Colloquio con Enzo Elefante

A colloquio con Enzo Elefante sembra di essere alla ricerca del tempo perduto, in un recupero della storia. Soggiornare nel suo studio può essere paragonato ad una passeggiata tra le ricchezze della nostra terra, in un contesto estremamente piacevole e con una guida esperta. I suoi quadri troneggiano nello spazio e raccon- tano della loro creazione, della loro evoluzione, dei loro segreti richiami alla cultura profonda, vera, artigianale. <Nella mia ricerca pittorica ho avuto molte esperienze tecniche. L’olio, la tempera e gli altri materiali mi hanno consentito di cercare un linguaggio il più vicino possibile alla mia natura. In quest’ultima fase di lavoro sono approdato alla tecnica della carta intagliata e incollata, anche detta Papier collè, essa mi dà l’opportunità di usare contemporaneamente materiali diversi tra loro e di disegnare direttamente con la carta sulla tela>. Il rapporto di Enzo Elefante con la materia è sempre stato estremamente determinante nella realizzazione dell’o- pera. L’artista segue meticolosamente tutti i passaggi e le fasi della sua creazione. <Mi sono sempre molto occupato e preoccupato della materia. Preparo io stesso i colori e i supporti su cui intervengo. Delineo le composizioni e le figure di carta su strati colorati che sovrappongo con diverse tonalità cromatiche. Quando dipingo cerco di determinare un rapporto tra segno e colore. Ogni forma o ogni tinta sono organizzate secondo un’esigenza di equilibrio, ogni parte è legata all’altra in un rapporto preciso, consequenziale, un gioco di ritmi come nella poesia. Il più delle volte mi lascio andare all’intuizione. Se sarà ben realizzata saprà esprimere e rive- lare un universo espressivo sommerso>. Giocare con le forme, con il colore, con le tecniche trasporta Elefante a confrontarsi con il caos dell’immaginazione e della realizzazione, creare con la mente è ben diverso dal creare manualmente. Inter- corre un lasso di tempo che può confondere le due fasi e sovrapporle impedendo l’idea originale. <Esiste un caos iniziale su cui elaboro una soluzione equilibrata. E’ una sfida continua, una motivazione a proseguire questo gioco estenuante con me stesso. Ciò che caratterizza l’inizio di questo meccanismo è la sua istantaneità. Esso non ha parametri spaziali, né mentali, né temporali, creo nei miei lavori un mondo magico dove le forme, i colori, le emozioni e le sensazioni sono riviste e rappresentate in un clima di ricordo e di felicità. E’ un ritorno ad un’infanzia perdu- ta>. Ma la vera “ricchezza” delle opere di Enzo Elefante consiste nella raccolta e nel riutilizzo di materiale antico per la costruzione di simbologie e significati diversi. Una sorta di “ecologia culturale” dove nulla va perduto, un riciclaggio continuo di frammenti e particolari della nostra storia, sono materiale ed energia a buon mer- cato da cui attingere direttamente, dall’ambiente in cui si vive. <Cerco il significato delle cose in se stesse nella natura, mi consegno con tale abbandono alla sponta- neità e con immensa fiducia alla casualità. Deposito sulla superficie delle mie tele fantasmi del mio io profondo. Tutto questo costituisce una sorta di lettura interiore e di sdrammatizzazione delle mie paure.

di Simona Barucco

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